Valutazione della funzione visiva in posturologia

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Valutazione della funzione visiva in posturologia


INTRODUZIONE

Postura ecl equilibrio visivo rappresentano due meccanismi all’interno di un unico processo percettivo e per tale ragione vanno considerati come due aspetti inseparabili.
Il ruolo clelia funzione visiva nell’equilibrio ciel sistema tonico posturale è stato documentato da numerosi studi e ricerche in ambito neurofisiologico; per comprendere l’importanza di tale ruolo è necessario tener pl’esente che la vista rappresenta la sorgente principale della sensazione cinestesica (Herman et al., 1985), e che, come documentato da Cagey e Weber (2000), l’integrazione visiva risulta notevolmente fragile: una modificazione dello spazio visivo può facilmente comportare un’alterazione del controllo posturale.
Quanto sia importante la visione nelJ’equilibrio posturale può essere documentato dall’esperienza clelia I.4moving room” di Lee e Aronson (1974). CIi studiosi hanno creato una stanza in movimento, dove la persona veniva posta su di un pavimento stabile, mentre le pareti potevano essere mosse in avanti e indietro. L’effello di questo movimento delle pareti sulla postura e sull’equilibrio è stato studiato dagli esaminatori sia nei soggetti adulti che nei bambini. Durante il movimento delle pareti nei soggeui esaminati si osservava una significativa perdita di equilibrio, con oscillazione ed inclinazione del corpo secondo la direzione del movimento della parete, che portava a far cadere o ad inciampare.
Come possono es ere spiegati questi effetti?
È da tener presente che il pavimento della stanza era stabile, pertanto sono da escludere tutte le influenze meccaniche, podaliche e vesti boiari sulla posizione dei soggetti esaminati. La spiegazione più ragionevole è che il movimento della parete comportava una modificazione dell’allineamento visivo nei soggetti esaminati. Se il bambino stava usando la funzione visiva come una sorgente di feedback per la regolazione della postura e dell’equilibrio, il bambino interpretava il cambiamento dell’allineamento visivo come una perdita di equilibrio così da produrre come risultato una compensazione posturale nella direzione opposta. Le pareti che appaiono pill vicine agli occhi potrebbero significare, se la stanza fosse “-normale”, che la persona sta cadendo in avanti, e questo spiega la compensazione posturale nella direzione opposta, cioè indietro. Questa è stata la scoperta di Lee: muovendo la parete verso il soggetto esaminato si provoca la sua caduta indietro.
Questo tipo di dimostrazione conferma che la visione funziona come un propriocellore, fornendo informazioni sulla posizione del corpo, da cui il termine di propriocezione visiva. Sono numel”Ose le ricerche che documentano il ruolo dela vista nella regolazione della postura; alcune di queste sono state ricordate in un nostro recente lavoro (Roncagli, Scoppa,Spinozzi, 2000). Dal punto di vista clinico, un attento esame posturale può documentare come la visione e l’oculomotricità possano essere responsabili di alterazioni posturali anche a distanza. Ad esempio non è raro riscontrare una rotazione e/o inclinazione del massiccio cefalico con perdita di orizzontalità dell’asse bioculare, aUuate dal paziente in modo pressoché inconscio per 1a ricerca di una messa a fuoco onimale.
Nel tempo tale posizione del capo, conseguente ad una disfunzione visiva, in virtù di uno stato muscolo-tensivo anomalo ed asimmetrico. può esitare in disturbi intervertebrali minori (D.I.M.) con zone di ipomobilità, o in un danno anatomopatologico perlopiù a carattere degenerativo (artrosi), a vari livelli. ‘la è altresì importante tenere presente che una volta che questa asimmetria tensiogena ha pl”Ovocato la rottura dell’equilibrio rachideo, a questo punto le leggi della biomeccanica venebrale e dell’accrescimento osseo regolano la successiva evoluzione e deformazione che può essere anche di tipo scoliotico. Infatti, indipendentemente dal tipo di perturbazione iniziale (disfunzione visiva, deficit neurologico, o vestibolare, o altro), dal punto di vista meccanico il rachide scoliotico viene poi sottoposto allo stesso processo evolutivo (Scoppa, 1998).
Compensi posturali, distonie, stati muscolo-tensivi anomali e/o asimmetrici possono comparire anche a distanza, rispetto al disturbo visivo che li ha provocati.

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Resonances Européennes du Rachis – Revue interne de la S.I.R.E.R. – Giugno 2002 

Fabio SCOPPA, Vittorio RONCAGLI




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